Io vorrei essere un gatto randagio
io vorrei farmi le gatte in calore
vorrei restare da solo a mio agio
sull'erba fresca a dormire per ore
Io vorrei essere un gatto sornione
vorrei avere anche io sette vite
vorrei dormire sereno e pancione
morire solo
di gastrointerite.
Monday, March 05, 2012
Wednesday, November 17, 2010
Monday, November 15, 2010
Al salon de la contessa
E di regale foggia
scorgo sui veltri rari
luccichi ai lampadari
com'a inondar di pioggia
Quale sospiro lieve,
Quale candore al velo!
Scende al pavilio un telo,
Par sia fioccar di neve..
Oh qual pensiero cupo!
or veo stupore al piano:
sordido, in sul divano,
caca 'l suo cane lupo.
scorgo sui veltri rari
luccichi ai lampadari
com'a inondar di pioggia
Quale sospiro lieve,
Quale candore al velo!
Scende al pavilio un telo,
Par sia fioccar di neve..
Oh qual pensiero cupo!
or veo stupore al piano:
sordido, in sul divano,
caca 'l suo cane lupo.
Wednesday, November 03, 2010
Intimamente disattesa (delusioni carnali di una notte di mezza estate)
Ancora non l'hai capito?
non è il dito.
non è il dito.
Thursday, October 21, 2010
Sfogo d'amor (una sofferta serata di passione)
Oblio! Vano, nell’or si strinse il petto,
mentr’ella pose labbra, e ardi’ nel core
lasciandomi sfiorar, pago d’amore
il fior di pelle sua, qual mio diletto;
e fuor tempi di riso e guardi, e fumi
e fuor tempi di sazietà al palato
colei meco trovo’ delizie al grato,
e del’ millesimato bacco a fiumi..
E quanto foco al tardo! Quanto ardire!
Quale carnale brama ‘n suo momento:
eppur io mi sentia com’un lamento,
ch’in grembo trattenea senz’altro dire..
E come alla tempesta spinge ‘l mare
com’a gridar la forza di volcano
esplose in me una furia d’uragano,
bench’io di strazio nulla ebbi a mostrare
Ma quando in letto ‘l buio erse muraglia
spirata ch’ella fu al sonno silente
potemmi liberar, disio furente:
girommi e scureggiai com’a mitraglia.
mentr’ella pose labbra, e ardi’ nel core
lasciandomi sfiorar, pago d’amore
il fior di pelle sua, qual mio diletto;
e fuor tempi di riso e guardi, e fumi
e fuor tempi di sazietà al palato
colei meco trovo’ delizie al grato,
e del’ millesimato bacco a fiumi..
E quanto foco al tardo! Quanto ardire!
Quale carnale brama ‘n suo momento:
eppur io mi sentia com’un lamento,
ch’in grembo trattenea senz’altro dire..
E come alla tempesta spinge ‘l mare
com’a gridar la forza di volcano
esplose in me una furia d’uragano,
bench’io di strazio nulla ebbi a mostrare
Ma quando in letto ‘l buio erse muraglia
spirata ch’ella fu al sonno silente
potemmi liberar, disio furente:
girommi e scureggiai com’a mitraglia.
Wednesday, October 20, 2010
Monday, October 18, 2010
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