Sunday, January 20, 2008

Il problema dei rifiuti

La chiusura emotiva ci rende soli.
L’acquiescenza ormai è tabù.
L’accettazione sociale il nuovo morbo, da cui rendersi immuni attraverso una vaccinazione sperimentata nella riluttanza.
La negazione di ogni possibilità emotiva di interazione, l’istintiva barriera che ciascuno di noi pone a protezione dei propri schemi, l’avversione all’apertura ad ogni percorso difforme dal costrutto che ci portiamo dentro, ci barrica dentro modelli isolati.
Contro ogni proposizione e ogni offerta emotiva, non possiamo che rifiutare passivamente l’emozione, la conoscenza, l’amore.
E cadiamo nella pericolosa spirale del confronto e dell’imitazione, che ci porta inevitabilmente a replicare esperienze fallimentari e dolorose per la collettività.
Nulla è accettato, nulla è accolto. Il rifiuto è l’unica strada percorribile.

Qualche giorno fa, in un paesino della provincia, un giovane italiano, e fossero stati cento, mille o diecimila giovani figli della sua generazione, la chiedeva con discrezione ad una giovane coetanea.
Qualche giorno fa, in un paesino della provincia, una giovane italiana, e fossero state cento, mille o centomila giovani italiane, figlie della cieca chiusura sociale dei nostri tempi, la negava al suo timido corteggiatore, rifiutando ogni proposito copulativo.
E’ questo il nostro nemico.
E’ questo il nostro grande cancro.
E’ lecito e legittimo chiederla a gran voce. Volerla. Pretenderla.
Ma il problema dei rifiuti,
getta la nostra età in una buia disperazione.

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